Personal branding: quando perseverare non è diabolico
Sicuramente avrai sentito milioni di volte l’antico detto “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. Errare è umano, perseverare è diabolico.
Se applicato al nostro normale vivere quotidiano è un adagio che non fa una piega. Tutti commettiamo errori. L’importante è non ripeterli. Non preservare.
Errare è disumano, perseverare è Divino
Fatte salve le dovute precisazioni, nel personal branding questo detto può (e deve) essere totalmente stravolto. Muta in qualcosa di completamente diverso che suonerebbe più o meno così: “Errare è disumano, perseverare è Divino”.
Se stai seguendo una strategia di personal branding ben precisa, infatti, commettere un errore può rivelarsi un danno terribile.
Nel personal branding non deve esserci spazio per gli sbagli. Non puoi permetterti di uscire dalla rotta che hai pazientemente delineato. Comportamenti non in linea con il tuo personal brand apriranno delle crepe nella tua reputazione, facendo vacillare la tua credibilità.
Un commento fuori luogo (magari legato alla famigerata “triade infiammabile” ), una foto inopportuna, una risposta non elegante o peggio ancora non data, possono danneggiare irrimediabilmente la tua percezione. In pochi instanti vanificherai anni di duro lavoro. No. L’errore non deve appartenerti. Devi concepirlo come una componente disumana, aliena al tuo personal brand.
Quella che invece devi accettare come compagna di viaggio durante tutto il tuo percorso di personal branding è la perseveranza.
Far capire il saper fare
Fare personal branding significa, tra le altre cose, occupare un luogo privilegiato nella mente degli altri. Che siano clienti, fornitori o persone in generale, significa farsi percepire come competente ed esperto in un determinato contesto. Ponendo in secondo piano tutti gli altri competitor.
Per riuscirci devi perseverare. Insistere, insistere e insistere. Proporre contenuti che ribadiscano la tua professionalità. Devi essere in grado di far associare il tuo nome al tuo business di riferimento, fino quasi a farli diventare sinonimi. Pubblica con costanza. Scrivi articoli originali, condividine altri, consiglia testi fondamentali ed illuminanti. Suggerisci risorse e strumenti utili al tuo target. Prendi posizione nelle discussioni che interessano il tuo campo. Fatti un nome e consolidalo. Non smettere mai di far percepire il tuo “saper fare realmente” le cose.
Sin prisa pero sin pausa
La perseveranza nel personal branding non conosce pause.
Se molli anche solo per qualche giorno dovrai ricominciare tutto da capo. Le persone faticano a consolidare nel loro immaginario una figura di riferimento. Sono bombardate da messaggi, promozioni ed offerte. Tendono a dimenticare. Hanno bisogno di continue sollecitazioni. Devi avere pazienza e martellare la tua comunità, conservando sempre gentilezza, rispetto ed educazione. “Sin prisa, pero sin pausa” dicono in Spagna. Senza fretta ma senza sosta.
Effetti collaterali
Attento però. La perseveranza può scatenare anche fastidiosi effetti collaterali. Essere insistenti ed onnipresenti, evitando di concentrarsi su di un unico focus, può essere dannatamente deleterio per il tuo personal brand.
Se vuoi ottenere risultati devi comunicare chiaramente la tua scelta di campo. Il tuo argomento di riferimento. Se non lo fai e ti “diletti” a disquisire anche di cose che non ti competono, perderai credibilità.
Faticherai ad essere percepito come esperto di una materia se allarghi troppo i tuoi orizzonti. In men che non si dica verrai classificato nella poco lusinghiera categoria dei “tuttologi” e la tua perseveranza verrà chiamata con il nome che merita: SPAM.