Come dominare la paura e vivere felici (anche fallendo)
La paura è un istinto primordiale che scatta a tutela della sopravvivenza del soggetto, umano o animale che sia. Tutti abbiamo paura. Ed è cosa buona e giusta.
La paura ci suggerisce cosa fare e cosa no, ci segnala situazioni potenzialmente pericolose, inducendoci a non sconfinare da quella che gli esperti in psicologia definiscono zona di comfort. La zona di comfort è quello spazio all’interno del quale nulla può succederci. E’ una bolla neutra, senza ansie e -per l’appunto- paure, dove svolgiamo attività sempre uguali e conosciute, che non comportano alcun rischio.
Rimanere all’interno della propria zona di comfort è un processo naturale. Comprensibile e per niente sbagliato. Tuttavia, possiamo sentire la necessità di cambiare abitudini, ampliando le nostre conoscenze. Per farlo è necessario avviare un processo di rivisitazione della nostra zona di sicurezza.
Attento! Non sto dicendo che devi abbandonare ciò che ti fa star bene e che hai costruito con tanta fatica. Come ricorda Andrés Pérez Ortega in un suo celebre articolo:
“Non si tratta di uscire dalla maledetta zona di comfort, ma più precisamente di rimanervi all’interno, rendendola ogni giorno più grande”
Sempre gli esperti di cui sopra, ci ricordano che immediatamente fuori dalla zona di comfort, c’è un altro spazio chiamato zona di apprendimento. Nella crescita del tuo personal brand è di fondamentale importanza tentare di inglobarlo. Fallo gradualmente, senza ossessionarti, ma fallo o quantomeno provaci seguendo questi tre semplici punti:
- Individua con chiarezza i tuoi nuovi obiettivi
- Chiedi aiuto a chi ha più esperienza di te
- Non farti limitare dalla paura di sbagliare
La paura non ti fa mettere a fuoco le opportunità
Come una zavorra pesantissima, la paura impedirà di farti notare sul lavoro, di lanciarti in un nuovo progetto o di avvicinare un determinato contatto per ampliare il tuo network. Se ti farai dominare da essa non riuscirai nemmeno a buttar giù una bozza del già citato piano B per realizzare il lavoro dei tuoi sogni.
Come una lente sfocata, non ti consentirà di mettere a fuoco eventuali opportunità, rendendoti, di fatto, miope. Il guru del personal branding William Aruda nel suo manuale Ditch, Dare, Do, ti chiede giustamente se:
Vuoi essere conosciuto per ciò che hai evitato o per ciò che hai affrontato?
Fallimento fa rima con apprendimento
Correre dei rischi (seppur calcolati) è fondamentale per far evolvere il tuo personal brand. “Errore” e “fallimento” sono parole come altre che devono entrare in maniera permanente nel tuo vocabolario. L’importante è dargli il giusto peso. Vivi il fallimento come una tappa di un processo più vasto di apprendimento. Senza drammi o tragedie degne dell’attenzione di Barbara D’Urso
“Non combinerà mai niente di buono” scrisse un professore sulla pagella di un bambino di nome Albert Einstein. “Respinto per un’errata postura della mano” la motivazione alla mancata iscrizione al conservatorio di Giuseppe Verdi. “Mancanza di immaginazione e senza buone idee” il commento in calce alla lettera di licenziamento di un giornale ad un giovane Walt Disney. Per fortuna nessuna di queste persone si è arresa davanti a bocciature ed apparenti fallimenti. Tutti hanno ampliato la propria zona di comfort fino ad ottenere ciò che volevano.
Bisogna abituarsi a correre dei rischi, contemplando (ed esorcizzando) l’eventualità del fallimento. Perché come ricorda Arthur Block, padre della celeberrima Legge di Murphy
Nessun esperimento è mai completamente fallito: può sempre servire da esempio negativo.
Come dargli torto?