5 buoni motivi per portare un asociale 2.0 nei social
L’importanza di essere presenti nei social
Vive in mezzo a noi. Lavora come noi. Mangia, beve, dorme. Proprio come noi. Ma è diverso. Sto parlando dell’asociale 2.0. Quella persona che, cascasse il mondo, nei social network proprio non ci vuole stare. Alzi la mano chi non ne conosce almeno uno.
Un asociale 2.0 è convinto che Facebook serva solo a farsi gli affari degli altri, che Twitter sia per i V.I.P., mentre Instagram è per fotografi e LinkedIn è utile solo per cercare lavoro. Far crollare queste convinzioni è difficile quasi quanto mandare a canestro l’ex-ministro Brunetta.
Per un professionista, un imprenditore, un dipendente o un disoccupato, la presenza online è condizione fondamentale ed imprescindibile per la sua evoluzione. Lo è per diverse ragioni. Voglio evidenziarne cinque.
1. i social creano contatti
Molti sono entrati in Facebook per ritrovare amici, parenti lontani o compagni di studio. Qualcuno addirittura per trovare l’anima gemella.
Suggerisco di abbandonare questa concezione romantica del mezzo. Le “richieste di amicizia” andrebbero viste come semplici “richieste di contatto” utili a creare un network di persone in linea con il nostro brand ed i nostri interessi.
Un’altra obiezione presentata dal tipico asociale 2.0 è: “Facebook fa perdere tempo; è solo per giocare”.
È palese che il lato ludico sia sempre più accentuato nel network di Mark Zuckerberg. Ma non è una cosa del tutto negativa. La componente frivola può aiutare ad alleggerire i toni evitando di farti percepire come pesante e ripetitivo. Occhio però a non esagerare con richieste compulsive di aiuti e vite extra. Presto diventeresti simpatico quanto un reflusso gastroesofageo.
2. i social aumentano la tua visibilità
Imprenditore, impiegato e disoccupato hanno tutti un unico comune denominatore: la voglia di visibilità. Non c’è titolare d’impresa che preferisca nascondersi per promuovere i suoi prodotti e servizi. Un impiegato che si accontenta di vivere nella sua ristretta cerchia di colleghi, confinato nel suo ufficio, senza migliorare costantemente la sua reputazione ed il suo personal brand è miope. Chi cerca lavoro dovrebbe aver già capito che, come racconto in questo articolo, il curriculum vitae vecchio stile è morto. Serve altro.
Quasi tutto passa attraverso dinamiche social. Dalla ricerca fattiva dell’impiego, alla raccolta di referenze per la scelta di un candidato, fino alla promozione della propria immagine ed alla vendita di servizi.
3. i social potenziano il personal brand
I social network (ma anche i blog) sono un’autentica palestra per fare dell’ottimo brand building. E, come in palestra, l’impegno deve essere costante. Cerca sempre di fornire contenuti e spunti interessanti. Partecipa alle conversazioni. Contestualizza tutto con il tuo brand. Sii presente e coerente. Circondati di persone in grado di migliorare il tuo network. Anche se all’inizio entrare nelle loro grazie ti costerà fatica, vedrai che con educazione e gentilezza, ci riuscirai.
4. i social stimolano la creatività
Produrre contenuti in modo costante e coinvolgente è un esercizio tutt’altro che banale. Facebook rischia di fagocitarti tra tutte le sue informazioni. Twitter ti impone di comunicare in soli 140 caratteri, Instagram punta tutto sulle sole immagini, mentre Youtube pretende video sempre più accattivanti per generare un buon livello di visualizzazioni. Fai dei test e scegli il tuo modo di comunicare ideale. Mettiti alla prova. Potresti scoprire doti a te sconosciute.
5. i social facilitano la reperibilità
Ok, questo punto è durissimo da accettare per un asociale 2.0. Lo riconosco.
Essere sempre reperibili è un incubo per loro. In parte hanno ragione, c’è sempre chi se ne approfitta. Ma lo farà con o senza i tuoi recapiti social. Per eliminare il problema dovresti incenerire il tuo telefonino, cancellare gli account di Skype e WhatsApp, non rispondere alle e-mail ed eliminare qualsiasi tua traccia dal web. Un’impresa da far impallidire Noè, gli animali e tutta la sua arca. Tanto vale lanciarsi nella mischia, no?
Bisogna entrare nell’ottica che essere reperibili su Google e nei social, ci fornisce un consistente vantaggio competitivo rispetto a chi è fermo a metodi più tradizionali di contatto.
Se ti dicessi di non gradire la condivisione di questo articolo attraverso i social, mentirei. Sono cose che fanno sempre piacere. Ma è ovvio che in questo modo diretti interessati non verranno mai raggiunti da questo contenuto. Invialo per e-mail, copialo in un messaggio WhatsApp, stampalo e spediscilo, usa un piccione viaggiatore se necessario. Fai la tua parte affinché un asociale 2.0 si ravveda. Fallo per te, ma soprattutto fallo per lui.
Un giorno ti ringrazierà. Ovviamente con un biglietto scritto a mano su un antico papiro egizio.