Crisi e mondo del lavoro: sei Ikeaista o Legoista?
Un consiglio su come affrontare la crisi nel mondo del lavoro.
C’è crisi.
Se ti avessero dato un euro per ogni volta che hai sentito questa frase ora -forse- potresti vivere di rendita. La crisi c’è, è innegabile. L’abbiamo vissuta e la viviamo ancora. Una contrazione economica che ha inevitabilmente allargato i suoi confini, modificando il nostro modo di vivere, le nostre aspettative e le nostre certezze.
io sono leggenda
Un tempo c’era Bigfoot, lo Yeti ed il mostro di Lock Ness. Oggi al club delle creature leggendarie si è aggiunta quella del posto fisso. Sfuggente, raro, dalle fattezze sempre più sfocate, il posto fisso, così come il lavoro che dura una vita, appartiene ad un mondo fantastico cui stentiamo a credere.
È evidente che la precarietà e la progressiva automazione di alcune professioni (ne abbiamo parlato qui) rende quanto mai necessario un cambio di approccio al lavoro.
persona vs risorsa
Generalmente le aziende (non tutte per fortuna) valutano le persone esclusivamente come risorse. Semplici ingranaggi di un sistema complesso che non ammette variazioni.
In realtà dovrebbe accadere l’esatto contrario. L’impiegato andrebbe valutato in quanto persona, nel suo saper essere unico e variabile. Quindi non facilmente rimpiazzabile.
Mi rendo conto che la cosa assume i contorni di una rivoluzione culturale vera e propria, ma se le imprese non vogliono cambiare atteggiamento, puoi e devi farlo tu.
Occorre rimodulare la tua professionalità in modo da diventare un “impiegato indipendente” esperto nel proprio campo.
Paradossalmente devi svincolarti dall’azienda e potenziare, attraverso il personal branding, tutta la tua unicità.
Per sfuggire alla crisi ed ai mutamenti del mondo del lavoro, ciò che conta realmente è distinguersi per far sì che gli altri ti cerchino e ti scelgano.
Questo cambio di mentalità porterà le aziende a vederti non più come un semplice ingranaggio (rimpiazzabile, sostituibile), ma come un possibile alleato in grado di essere utile e risolvere problemi.
Ikea o Lego?
Concordo con Andrés Pérez Ortega quando dice che è giunto il momento di passare dalla dilagante condizione di Ikeaista a quella più moderna di Legoista.
Vale a dire che non bisogna più concepire il lavoro come un mobile dell’Ikea. Un qualcosa con tutti i pezzi a disposizione e le istruzioni necessarie per eseguirlo secondo traiettorie predefinite.
Come quando ci approcciamo ad un mucchio di mattoncini Lego è necessario adottare un pensiero più “liquido”. Un modo di agire fluido e versatile che ti permetta di costruire ciò che vuoi nel miglior modo possibile e con i soli pezzi che hai a disposizione.
Rischiando, osando ed andando oltre le aspettative. Sempre.
E tu? Sei ancora all’Ikea o preferisci giocare con i Lego?